A me e a mio fratellino ci piaceva mangiare le patatine nellintervallo, al cinema dei Salesiani. Ricordo che, mangiucchiando, guardavamo il dorso della busta, dove cerano suggeriti luoghi dove consumarle. Col ditino unto di papatine gli indicavo uno per uno i disegnini dei riquadri. Fantasticavamo sui luoghi dove avremmo potuto trovarci: al circo, al mare, allo stadio, a una festa, a un pic-nic… A mio fratellino piacevano moltissimo anche i grissini. Coi grissini potevo ricattarlo, corromperlo, comprare il suo silenzio. Potevo dirgli, ad esempio: – se dici questo segreto a qualcuno non ti compro più grissini -. Sì, perché io ero lamministratore dei soldi che i nostri genitori ci davano per le merendine.
Alluscita, cento piccoli Tarzan si battevano il petto emettendo lurlo del re della giungla o si arrampicavano sui tubi di scolo delle grondaie.
SALA AUXILIUM
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Al cinema dei Salesiani succedeva davvero così. Ad esempio all’uscita dei film con Bud Spencer e Terence Hill nascevano goffi tentativi di emulare risse o scazzottate del film. Davano le seconde visioni, e lo erano per davvero. Ossia due o tre anni dopo rispetto all’uscita ufficiale della pellicola. Il secondo tempo iniziava quando tutti si erano riforniti al bar. Don Lai tagliava le parolacce dall’audio, ma restava il labiale, e nei film italiani, come appunto quelli con Bud Spencer e Terence Hill, l’esito era comico: “brutti figli di… MUTO…”. Diventava un modo – involontario – di sottolinearle.