Bene hanno fatto quasi tutti i quotidiani – tranne quelli legati al guinzaglio dal loro padrone piduista – a dare il giusto spazio, cioè poco o niente, a quel tale (golpista nell’animo) che non accetta il risultato delle consultazioni e va in tv ad aizzare i suoi, a delegittimare il potere (che non è mai legittimo se non gli appartiene), a millantare sondaggi di società Usa specializzate in “regime change”. Il suo gioco è quello di avere il massimo della risonanza possibile. Finalmente La Stampa, La Repubblica, Il Sole 24ore, non fanno lo specchio della tv. Nulla, o al massimo un trafiletto, (giusto il Corriere qualche riga in più). Come succede all’estero. Basta con la telecrazia: ben venga che i giornali non facciano i moltiplicatori di ciò che è accaduto in televisione. Stavo per compilare un post analitico sulle frasi di quel nano, poi ci ho rinunciato. A dar spazio alle sue sparate, quand’anche per criticarle, si fa il suo gioco. Basta non dare eco ai suoi deliri perché non si avveri il finale del Caimano. Se le sue diverranno mere sparate difensive e nulla più, magari pittoresche come quelle di Moggi, dipende pure da noi.
Il silenzio: lo strumento migliore da opporre al golpista
Questa voce è stata pubblicata in diario dei pensieri sparsi. Aggiungi ai segnalibri il permalink.
pienamente d’accordo. meglio dare voce a chi non ce l’ha, che diventare eco di un idiota.
osservo con favore che pure il gr1 delle 13,30 di oggi 23 maggio non ne ha dato spazio. In altri tempi una “notizia” del genere avrebbe avuto risonanza, se non addirittura aperto il gr.