Ieri si è chiusa la 6.a Mostra del libro in Sardegna di Macomer. Ho partecipato anche io in un incontro che si è tenuto sabato 28 dal titolo “Viaggiare e raccontare” con Giulio Angioni, moderato da Mauro Pala.
Qui dico la mia, chiedendovi di fare altrettanto nei commenti in fondo a questo post.
Ho apprezzato praticamente tutto:
a) in primo luogo la scelta dello spostamento dalla vecchia sede (fuori dal centro abitato) a quella nuova, le ex caserme Mura (nel centro abitato). Grazie a questa scelta la popolazione ha partecipato, per una settimana la “passeggiata” si è tenuta fra i libri. Dai giovanissimi ai più anziani. Scelta indovinata: la cittadinanza poteva raggiungere la fiera senza doversi mettere in macchina. A detta degli insegnanti poi, è stato più semplice e comodo portarci le scolaresche.
b) il calendario ricco, con appuntamenti ben assortiti, di spessore e richiamo
nella foto a destra: gli editori Claudia Tarolo e Marco Zapparoli (Marcos y Marcos) Giovanni Manca (Condaghes) i moderatori Paolo Lusci e Stefano Salis (ilSole24ore) e Salvatore Fozzi (Edizioni Della Torre).
c) la logistica e l’apparato di accoglienza: noi partecipanti siamo stati trattati da ospiti di gran riguardo, come ambasciatori! Un hotel nuovissimo e molto bello, il Nuscadore, appena fuori Macomer, a Bìrori, a un passo dalla ss 131 (km. 142, tel. e fax: 0785/72086 – 72089 www.nuscadore.it). E poi i ristoranti coinvolti nel progetto, dove abbiamo pranzato, profittando della stagione di funghi ricca come non mai quest’anno.
L’hotel Nuscadore
d) la scelta di ideare “la notte bianca”. Bello vedere i negozi aperti fino a tardi, acquistare libri all’una e così via.
la libreria Emmepi, all’una di notte di sabato, in primo piano: sopra l’editore Ivan Botticini, sotto Mario Argiolas, presidente Aes (Assoc. Editori Sardi)
Tutto ciò per merito di parecchie persone. Luciana Uda, infaticabile e capacissima libraia della Libreria Emmepi [Corso Umberto I, 235, 08015 Macomer (NU) 0785 70941] nonché animatrice dell’Associazione Culturale VerbaVoglio. E con lei tutte le persone della libreria e dell’associazione, non ultimo il marito Paolo, col ruolo di intrattenitore e di compagno di chiacchiere – sempre disponibile e ospitale – nonché di Cicerone per la fiera e per Macomer. Poi le ragazze e i ragazzi dello staff, bravissimi, gentili e discreti. Mario Argiolas, presidente della AES, Associazione Editori Sardi, che ha fortemente creduto sin dalle scorse edizioni in una cinque giorni così organizzata e ha lavorato per far fare questo ulteriore salto di qualità alla Mostra del Libro. La cittadinanza e l’amministrazione di Macomer, i gestori degli esercizi dai caffè alle edicole, che hanno sposato il progetto. Tutti quelli che hanno preso parte alla realizzazione della fiera del libro e l’hanno fatta funzionare e che ora non nomino, o di cui mi sfugge il lavoro svolto. Con un budget contenuto e senza sperperi, senza pompa propagandistica.
Luciana Uda
Qualche suggerimento (se posso): piove sul bagnato, dato che anche gli organizzatori son dell’idea di disporre l’angolo degli incontri e delle interviste, nelle prossime edizioni, su una delle estremità del padiglione Tamùli, anziché in mezzo, per far sì che risulti un po’ più insonorizzato, senza allo stesso tempo privare i visitatori della chiacchiera ed i più piccoli del vociare, che sono gli ingredienti irrinunciabili grazie ai quali la mostra è vivace e animata. Poi fare gravitare più persone negli altri spazi, sfruttando maggiormente il Padiglione Filigosa, e le altre tensostrutture lontane dall’ingresso, mentre quelle della zona dove stava ad es. Emergency erano in posizione felice, poiché si trovavano fra i due ingressi. Qualche attività o attrazione verso Filigosa porterebbe la gente a bazzicare anche negli altri spazi che sabato e domenica mi son sembrati semideserti. Anche questo so che è nell’animo degli organizzatori.
Grazie davvero da parte mia, ad Aes, VerbaVoglio e tutti gli altri
dite la vostra
Nino Nonnis e Giulio Angioni
Sono d’accordo con Paolo sulle note positive, anche se dopo mezzanotte girava poca birra. Parlare come relatore all’interno del padiglione Tamuli era in certi momenti quasi mimico per via dell’anda e rivieni del pubblico e dei bambini vocianti. Spostare de pressi. Altra nota positiva la segnaletica perfetta, diffusa, puntuale. Lasciate il navigatore satellitare a casa o voi che entrate. Purtroppo la si fa solo una volta all’anno.
Nino
Bravo Paolo. Secondo mei hai centrato il punto (i punti). Aggiungo che a mio parere il coinvolgimento delle scuole è stato determinante, e lo sarà sempre più, nell’aprire, come si suol dire “la manifestazione al territorio”; inoltre ancche lo spostamento delle lancette indietro di un’ora è stato giustamente inserito all’interno della mostra del libro; infine a mio modo di vedere con questo tuo servizio su Macomer hai interpretato perfettamente il significato del blog: strumento che informa al di fuori dei circuiti tradizionali e si apre al contributo di chiunque.
p.s. la sera precedente al tuo arrivo ho conosciuto nino nonnis e ho apprezzato la sua brillante esposizione; ora quando sono in trappola nel nervoso traffico cittadino ripenso alla sua prolusione e mi accorgo che mi vedono sorridere da solo come un demente 😉
Andrea
E’ vero Nino! Come ho fatto a non ricordare che per tutto il centro c’erano ad ogni incrocio, non uno escluso, i cartelli che ti indirizzavano verso la Mstra del libro. Un altro motivo di plauso a organizzatori ed amministrazione.
Concordo con le valutazioni di Paolo e aggiungo che la mostra del libro di Macomer è la conferma che le varie iniziative (Gavoi, Seneghe,Cagliari, Alghero, etc., etc.) sono complementari e non concorrenziali. Cioè, non è che ne basti una (o due) e siamo tutti a posto. Macomer ha presentato un ricco programma, di ottimo livello; ha coinvolto solo in parte un pubblico che ha partecipato ad altre manifestazioni, ma è stata in grado di allargare (e anche di molto) la cerchia degli amici dei libri. L’organizzazione è stata puntuale, il clima (in tutti i sensi) molto caldo e tra tutti i partecipanti regnava la cordialità. Meglio di così…
Poi se vogliamo trovare il pelo nell’uovo sono giuste le osservazioni sul Padiglione Tamuli, sulle birre mancanti, etc. Potrei aggiungere una perla? Mentre parlavo, intervistato da Paolo Luxi, all’interno dello spazio del Tamuli, tra il vociare assordante dei bambini e dei grandi che rimbombava, è arrivato il mio amico Alberto Lecca che mi ha fatto l’onore (sich!) di portare della musica di sottofondo che accompagnasse le mie parole. Risultato: se prima la mia voce la sentivo solo io, con quella musica nemmeno io sono riuscito a sentirmi.
D’accordo con te Paolo sui limiti e sui punti di criticità della manifestazione. C’è da lavorare per migliorarla, ora resta la soddisfazione di aver vissuto 5 giorni bellissimi tra tanti amici, di avere parlato di libri e di tutto ciò che si muove attorno al libro, di avere coinvolto tanti giovani e un pubblico autenticamente popolare, se è vero come è vero che era difficile farsi largo tra la folla dei visitatori e che Nino Nonnis girando tra i banchi dei libri ha salutato più di trenta concittadini di Sindia.