Precario Prodi

TRADUCO dal Financial Times

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l’articolo dal titolo “Precarious Prodi”, vedi:

http://www.ft.com/cms/s/0/7f9d5746-c925-11dc-9807-000077b07658.html

La maledizione del frammentato sistema politico italiano minaccia di colpire ancora, a causa dell’uscita di uno dei più piccoli partiti dalla coalizione di centro-sinistra di Romano Prodi. Significa che Prodi ha perso la sua maggioranza esilissima al Senato, la camera alta del parlamento, e per l’ennesima volta da quando è in carica nel 2006, è obbligato a cercare il voto di fiducia in un disperato tentativo di restare in carica.
L’ultima cosa di cui ha bisogno ora l’Italia sono nuove elezioni. Al di là della prospettiva di restare senza un governo pienamente funzionante in un momento di turbolenza economica internazionale, il paese è appesantito da un sistema elettorale pasticciato che verosimilmente produrrebbe un ulteriore caleidoscopio di partiti politici litigiosi. Ha urgente bisogno di riforme che costringano la proliferazione di partiti nell’ambito di gruppi più ampi che possano dar vita ad un governo e ad un’opposizione più coerenti.
L’attuale Camera dei Deputati – la camera bassa – consiste in 39 diversi partiti, e la coalizione di Prodi ne conteneva nove fino all’ultima defezione. Nonostante questo incubo aritmetico, il governo ha fatto sorprendentemente bene nei passati 20 mesi.
L’evasione fiscale è stata ridotta drasticamente ed il rapporto deficit/pil è sceso dal 4.4%, lasciato dal precedente governo di centro-destra di Silvio Berlusconi, a circa il 2%. Il trend che vedeva ingrossarsi il debito pubblico è stato invertito. La crescita è stata lenta rispetto all’eurozona (1,9%), tuttavia la disoccupazione per la prima volta in 15 anni è scesa sotto l’8%. Berlusconi portò un benvenuto grado di stabilità alla politica italiana, portando a termine per intero il mandato, ma non ottenne altri risultati. Il suo governo non riuscì a varare alcuna riforma economica significativa e fece sì che le finanze pubbliche peggiorassero gravemente. La sua agenda era dominata dagli interessi personali, ha palesemente sfruttato il controllo sul suo impero mediatico ed il suo mutevole comportamento ha alienato molti dei suoi partner nella Ue.
Ma forse la sua più grande offesa all’interesse nazionale è stata quella di pasticciare la legge elettorale appena prima di lasciare il mandato, che ha permesso la frammentazione dei partiti politici. Se Prodi perde il voto di fiducia, il Presidente Girogio Napolitano dovrebbe nominare un governo di transizione per cambiare quella legge, che non è nell’interesse di nessuno.

Domanda: quale testata italiana potrebbe mai esprimere le valutazioni del Financial Times, qui sopra riportate, senza essere considerato schierato per Prodi (o al più anti-cavaliere)?

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8 Responses to Precario Prodi

  1. chicco gallus dicono:

    triste dirlo, come giornale che potrebbe scriverlo, mi viene in mente solo altravoce, il giornale online di giorgio melis

    chicco

  2. Paolo B. dicono:

    …e ora siamo nelle mani di Napolitano.
    Il governo è caduto e la destra chiede elezioni con tanto di ultras a Roma che recitano una scena da dopo-derby Roma-Lazio…
    Chissà come mai 5 anni di interessi privati e leggi ad personam sono stati percepiti dalle masse come migliori di questi circa 600 giorni in cui nonostante maggioranze risibili e instabilità cronica il governo è riuscito a fare parecchie cose… Che dipenda dalla qualità dell’informazione mediatica?
    Comunque non riesco a rimpiangere Prodi…

  3. Paolo dicono:

    Neanch’io Paolo rimpiango questo governo, ma non ricordo di averne rimpianto qualcuno finora… il punto è che lo smantellamento delle cose + elementari e la mistificazione a cui abbiamo assistito in quello precedente mi faceva sentire un po’ di ristoro… se passi dai 100° ai 70° ti sembra che ci sia fresco. L’articolo del FT l’ho postato a dimostrazione di come viviamo in una realtà virtuale, lontana da quella effettiva, che forse solo gli occhi degli stranieri riescono a riferire con più onestà e oggettività.
    Io sono sempre + vicino a Grillo, sarà populista ma le sue istanze sono fondatissime, e ben venga l’esame critico della prossima casta (dopo quella dei politici): quella dei giornalisti, cui dobbiamo la rappresentazione della realtà virtuale che ci scorre davanti come nel platonico Mito della Caverna…
    Saluta Meri e baci alla bimba! 😉

  4. Regina Madry dicono:

    Il problema è appunto la mancanza di qualcuno da rimpiangere, e questo tragico turarsi il naso che molti elettori di sinistra (di destra non so, ma mi piacerebbe sentire le loro opinioni in merito)praticano ormai da tempo 🙁
    Quanto a Grillo, non riesco, nonostante la fondatezza delle istanze che porta avanti, a farmelo piacere: mi sembra demagogico, urlante, pure un pò destrorso (e quanto alla casta dei giornalisti, segnalo l’ultima puntata di “Niente di personale”, il lunedi su La7, in cui un giornalista dell’Espresso che voleva intervistare Grillo sul tema è stato respinto a male parole).
    Last but not least, ma sono un pò di parte: d’accordo con Chicco Gallus riguardo L’AltraVoce 😉

  5. Regina Madry dicono:

    Chiedo venia, intendevo dire che a “Niente di Personale” è stato ospitato il giornalista che ha raccontato il tentativo di intervista a Grillo… 🙂

  6. Pingback: “Precarius Prodi” - dal Financial Times | Giornalismo partecipativo

  7. Caro Paolo, mi sono permessa di pubblicare questa tua traduzione su Giornalismo Partecipativo di Gennaro Carotenuto. Grazie.

  8. Paolo dicono:

    Grazie Annalisa!

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