da: godotnews.it – dicembre 2004
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Lo scrittore Paolo Maccioni è stato ospite alla Fiera Nazionale della piccola e media editoria, svoltasi a Roma dall’8 al 12 dicembre. L’immagine che ne ha ricavato è fedele allo slogan della manifestazione, “Più libri più liberi”, come racconta ai lettori di Godot con questa testimonianza
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A passeggio fra i trecento e oltre stand degli espositori, nel vasto Palazzo dei congressi dell’EUR mi chiedo: se questa è la fiera della piccola e media editoria, quanto sarà grande la fiera dell’editoria-punto? Non sono abituato alle grandi manifestazioni o ai grandi festival letterari, perciò mi sento incantato e minuscolo. E come un topolino, che in quell’altra fiera un padre comprò, mi aggiro fra le navate.
Paolo Lusci, che cura la collana Itaca della Cuec, è stato anche a Torino e non fa che paragonare le due fiere: “Torino è più ricettiva”, “la città sente di più la fiera” “a Torino ci son le frecce sull’asfalto che ti guidano fino al Lingotto” “la città è tappezzata di manifesti della fiera dell’editoria; qui mica ne vedi!” E in effetti dal bus abbiamo visto solo cartelloni pubblicitari, manifesti di film in uscita e quello del “no tax day” indetto da un tale che nello stesso giorno aspettava il pronunciamento di una Corte su certi fatterelli. “Vabbé, quella è la fiera della grande editoria, questa solo della piccola e media, però! E poi: non sarà che a Roma succedono anche altre cose?” obietto, sfogliando le affollatissime pagine degli appuntamenti di spettacolo e cultura nella Capitale.
Ma la Fiera della piccola e media editoria si propone appunto più contenuti che magnificenza, nonostante l’impatto forte. è ben espressa dal significativo slogan dell’edizione di quest’anno “Salviamo le idee” l’idea portante di una Fiera che non a caso si chiama “Più libri, più liberi”. E l’atmosfera è quella: un pullulare di idee, di passioni, di incontri e confronti, di sguardi sul mondo. Innumerevoli i temi del programma: dai dialoghi sulla “scrittura migrante – dal bilinguismo al metissage”, al ruolo della religione nel conflitto israelo-palestinese, e poi le iniziative “Leggiamo l’Africa” e “Nero su bianco”, letture o incontri che raccolgono testimonianze di autori africani, fra i quali molte donne. Donna e africana, due condizioni che nel mondo odierno significano svantaggio, eppure per le coraggiose Ubax Cristina Ali Farah, Igiaba Scego e Ribka Sibhatu rappresentano al contrario una forza. E poi novità importanti, come la spagnola Cristina Sánchez-Andrade o Enrique Vila-Matas, autore di ‘Suicidi esemplari’ presentato da Antonio Tabucchi. E voci dalla nuova Russia, come quella originalissima di Vladislav Otrocenko, che in “Didascalie a foto d’epoca” narra di una tribù slava di nati con le basette.
Sei gli editori sardi, Aipsa, Condaghes, Cuec, Grafica del Parteolla, Geogramma e Ilisso, riuniti sotto un’idea comune: “Un’isola di libri, i libri di un’isola” disposti su tre lati di una specie di insenatura avvolgente, in una felicissima posizione proprio davanti all’ingresso e lontana dal caos delle navate centrali dove è più facile tirar dritti. Praticamente hanno ricostruito un’isola in seno alla fiera. Ma è un’idea che funziona, perché destano un’attenzione molto superiore alle aspettative e, senza aspettare che i visitatori vengano loro incontro, si attivano organizzando presentazioni di volumi, incontri con autori e reading.
Non mancano appuntamenti di grande richiamo e di interesse anche extraletterario come la performance di musica e parole con Stefano Benni, l’incontro con David Riondino e Sergio Staino; Carlo Lucarelli che presenta due libri, uno dei quali di Beppe Sabaste, “H.P. L’ultimo autista di Lady D.”. Ma soprattutto la presentazione dell’ultimo numero di Micromega dal titolo “Le due Italie, scontro fra civiltà” con Paolo Flores D’Arcais, Marco Travaglio, Lidia Ravera ed il professor Adriano La Regina, sovrintendente ai Beni archeologici di Roma. Non una sedia libera nella sala dove si tiene l’incontro, la più grande del Palazzo dei Congressi, la Sala Dante, da 400 posti. Un’interessante occasione, fra l’altro, per apprendere come da noi, al contrario che nel resto d’Europa, la notizia della bocciatura di Buttiglione sia arrivata già confezionata dal commento di un presunto complotto anticristiano e nessuno si è preso la briga di trascrivere l’audizione.
E a proposito di temi d’attualità, la fiera dedica grande spazio alla saggistica alternativa, che diffonde informazioni che restano sommerse e ne sconfessa altre che la propaganda invece impone. Ecco i volumi di Manifesto Libri, Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri, Edizioni Clandestine, o da Nuovi Mondi Media che fra gli altri pubblica “Tutto quello che sai è falso – manuale dei segreti e delle bugie” ed il volume “Censura”, raccolta delle notizie più censurate dell’anno in corso. Non mi perderò l’edizione in uscita a gennaio 2005, che costerà 19 €, e la consiglio a chi posso.
I libri sono oggetti da toccare, da apprezzare con più sensi. Lo sanno gli editori specializzati in libri per bambini e ragazzi, i cui stand sono presi d’assalto dalle numerosissime scolaresche. Volumi come quelli delle recentissime Éditions du Dromadaire, o come quelli di Fatatrac, di Carthusia o delle Edizioni C’era una volta. Libri ricchi di elementi tattili, di illustrazioni pregiate, alcuni realizzati con tecniche di stampa artistica.
E sul culto dei libri concepiti come espressioni artistiche anche oltre il contenuto del testo, si segnala una grande e diffusa cura per l’elemento grafico, per la scelta della carta, una notevole attenzione per le copertine come ad esempio quelle di Fandango (dallo stile che fa molto “pubblicità del Sambuca Molinari”) e di tanti altri editori. Fra tutti, le Edizioni El Bagatt con i Libri d’Artista dalla serie limitata, e la Casa editrice Mattioli 1885, che propone libri e riviste su carte differenti e di pregio. Poco distante dallo stand di quest’ultima, un editore messinese raccoglie firme contro l’edificazione del ponte. Salvare le idee, come recita lo slogan; pazienza per qualche grande opera, le idee e il territorio sono più importanti.
Davanti agli stand parecchi giovani distribuiscono volantini, inviti a presentazioni, ricordano reading e incontri, ai banchi invece si distribuiscono cataloghi. Dopo un giro completo sono carico di dépliant, foglietti, il numero speciale de L’indice dedicato alla fiera, Viv@voce, il bollettino dei sistemi bibliotecari dei Castelli romani, un “Appello alla lettura” della Provincia di Roma, ed altri volantini e cataloghi, come mi succedeva da bambino alla Fiera (quella campionaria di Cagliari, però).
Pittoresco l’assembramento costante attorno allo stand a vetri di Fahrenheit, la celebre trasmissione di Radio3. È una processione continua di editori o autori che chiedono un’intervista, che vogliono segnalare i propri libri, ascoltatori che vogliono stringere la mano a Marino Sinibaldi, o che chiedono la sporta in tela con la scritta Radio3. Le segretarie riescono a non spazientirsi, ascoltano tutti, chiedono pazienza, loro ne hanno da vendere, io l’avrei già persa al posto loro. Due ragazze napoletane si fanno largo e riescono ad entrare porgendo un vassoio di bomboloni e sfogliatelle, qualcuno fra quelli in coda mormora: “Ah! Ecco come si fa”, ma poi si capisce che le due già erano intime dello staff, erano di casa.
La terza edizione dell’appuntamento ha registrato un’affluenza di oltre 39.000 visitatori, che supera di gran lungo i 35.000 della passata edizione. 341 espositori, 180 eventi con 600 relatori per una fiera senza vanità, come suggeriva più d’un osservatore.
In un mercato di giganti e belve, le armi devono essere necessariamente quelle della ricerca costante, della pluralità di voci e di sguardi sul mondo e dal mondo, della valorizzazione delle identità culturali, soprattutto di quelle che hanno poca voce. “Salviamo le idee” anche stando attenti alla attendibilità delle fonti e a chi le controlla, per non soccombere al rischio di omogeneizzazione dei modelli culturali globalizzanti. Un rammarico: siccome è appunto la fiera della piccola e media editoria, mancano certi prodotti della grande. Ad esempio non ho potuto comprare il libro di Lino Banfi appena uscito. Quello con la prefazione di Francesco Totti. Peccato! Pazienza!
Paolo Maccioni